Recensione di Butterfly Smile di He Jianjun

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In un buio stradone deserto di Pechino una jeep guidata da una donna investe un uomo in bicicletta.

Butterfly Smile – Hudie de weixiao di He Jianjun (2000)

Durata: 90’
Origine: Cina
Produttore: Xue Dongjian
Produzione: China Film, Beijing Film Studio, CCTV Movie Kangnel
Sceneggiatura: He Jianjun, Liu Xiaojing
Interpreti: Ge You, Jiang Wei Wei, Sun Chun
Fotografia: Wu Di
Direttore artistico: Liang Dawei
Montaggio: Liu Xiaojing
Musiche: Chen Xiangyu
Suono: Liu Xinxin

La donna scende per controllare le condizioni del mal capitato, ma spaventata riparte senza prestare alcun soccorso. Un’altra jeep nell’ombra ha visto tutto.

Il testimone dell’accaduto, Kang Ping, si avvicina alla vittima dell’incidente e carica l’uomo privo di sensi sulla sua macchina per accompagnarlo al pronto soccorso, ma mentre si sta accingendo per partire scorge sull’asfalto una coccarda rossa, persa proprio dall’investitrice.

Raggiungono l’ospedale e l’uomo in fin di vita viene curato dalle infermiere che però vorrebbero sapere maggiori informazioni sull’incidente avvenuto, ma poiché il soccorritore scompare senza lasciare tracce, queste sospettano che sia proprio il diretto responsabile. Nel frattempo la vera colpevole, Meng Xing, a casa si rende conto di aver perso la coccarda e decide di tornare sul luogo dell’incidente, ma con sorpresa trova solo la bicicletta abbandonata.

Non è stato un caso a volere Kang Ping testimone dell’incidente: l’uomo, rappresentante di una ditta di Computer e nel tempo libero fotografo, quattro giorni prima si era messo alla ricerca della donna, poiché l’aveva fotografata durante una sfilata di moda.

Imbattutosi nel compagno della giovane, era stato assunto per fotografare e pedinare le giornate dell’ex modella, ora proprietaria di un atelier di moda nella zona commerciale.

Il compagno di Meng Xing aveva provveduto a tutto: macchina per seguire i suoi spostamenti, pellicole ad alta sensibilità, obbiettivi super professionali ed una stanza dirimpetto all’atelier della donna.

Kang Ping aveva ritratto ogni momento della giornata di Meng Xing, e l’aveva seguita anche ad una festa di nozze qualche ora prima dell’incidente, ma dopo il tamponamento del ciclista egli non riesce più a ritrarla con la stessa serenità.

Anche l’ex modella non è più tranquilla ed i suoi sensi di colpa aumentano quando dopo una telefonata anonima è invitata a guardare un notiziario dove la madre del giovane investito lamenta le disgrazie di famiglia chiedendo un aiuto economico per coprire le spese mediche.

L’indomani decide di presentarsi in ospedale offrendo del denaro alla famiglia del giovane, ma non si sente ancora a suo agio con la coscienza: è spaventata, teme che la coccarda rossa che ha perso, possa in qualche modo ricollegarla all’incidente, perciò chiede ad amici e conoscenti se questi hanno avuto modo di trovarla.

Con sorpresa, durante le prove di alcuni abiti da lei disegnati, Meng Xing viene visitata da Kang Ping che le consegna la coccarda dicendole di averla trovata per terra durante la festa di matrimonio.

Meng Xing si sente sollevata. La stessa sera al notiziario un’immagine segnaletica di Kang Ping lo indizia come sospettato dell’incidente stradale.

La donna capisce che la coccarda è stata trovata sul luogo del tamponamento. Cerca così Kang Ping nella ditta di computer e non trovandolo si reca nella scuola dove studia il figlio dell’uomo.

Parlando con lui scopre che questi è vedovo poiché la moglie è morta investita da un’auto che non si è fermata a prestarle soccorso, e per questo motivo Kang Ping quella sera si è sentito in dovere di aiutare quel povero giovane anche in memoria della defunta moglie. Non si è sentito di denunciare Meng Xing poiché la donna le ricorda la madre che era una sarta.

Meng Xing decide così di costituirsi alla polizia e racconta tutto al compagno. Quest’ultimo sorpreso dal silenzio della compagna, ma ancor più da quello di Kang Ping, assunto proprio per raccontare ogni avvenimento riguardante Meng Xing, chiede al fotografo spiegazioni in proposito.

L’uomo confessa dunque di non aver detto nulla sia poiché non voleva più fotografarla, sia poiché non voleva che un altro la fotografasse. Meng Xing è condannata al carcere e Kang Ping decide di demolire la jeep che gli è stata regalata dal compagno della donna.

Silenzi, solitudine, angosce, sensi di colpa, omissione e desolazione riempiono gli animi delle due principali figure su cui ruota la pellicola.

“Buttefly Smile”, così Kang Ping intitola le foto che ritraggono l’affascinante Meng Xing nel periodo in cui calca le passerelle dell’alta moda, tra colori vivaci ed allegri, rappresenta il periodo in cui il suo sorriso sereno riempiva ancora di armonia chi la guardava ed ammirava.

Infatti è questa sua pace e tranquillità che avevano spinto Kang Ping a cercarla ed ad accettare l’incarico di fotografo pedinatore.

Sfortunatamente però l’aura che la avvolgeva scompare ed il buio si impadronisce di lei.

La coscienza di Meng Xing la tormenta con profondi rimorsi, mentre quella di Kang Ping lo porta a rispettare il silenzio della donna, ma allo stesso tempo lo induce a fare appello al buon cuore di questa ed al suo senso di umanità.

Non è facile vivere con questo peso per nessuno dei due, né per chi è colpevole, poiché il fardello da portare è enorme, né per chi tace, poiché dalle proprie parole può dipendere la vita di un’altra persona.

L’uomo ha un rapporto diretto di terzo occhio con la macchina fotografica, con questa coglie le sottigliezze dell’animo di chi ritrae, per questo capisce profondamente la donna, ma non si può dire che il suo rapporto con le automobili sia simile.

Anche se non si pronunzia, quello che traspare è un profondo disprezzo: ha la patente ma non possiede un auto e neppure è interessato ad averne una; una vettura ha investito ed ucciso la moglie e la vettura di Meng Xing ha investito un giovane in bici, condannando il primo a gravi danni e la seconda al carcere.

Per tutti questi motivi infatti senza neppure pensarci Kang Ping porta dal demolitore la jeep ricevuta.

I colori della narrazione rispecchiano molto gli stati d’animo dei protagonisti, difatti predominano bui, colori opachi e severi, mentre le sfumature vivaci appaiono quando Meng Xing faceva ancora la modella, quando ritrova la coccarda, segno di sicurezza e benessere e quando questa, confessata la colpevolezza prima di essere accompagnata al carcere, decide di indossare una camicetta rossa, simbolo della pace interiore riacquistata con se stessa; ed il rosso vivace riappare anche nella camera oscura quando Kang Ping sviluppa le ultime foto scattate alla donna mentre indossa quella camicetta.

Alcune sequenze di piccoli particolari sono ricercate, studiate: l’occhio di Kang Ping che scruta dal mirino della macchina fotografica, l’accurata pulizia dell’obbiettivo, l’inserire la pellicola o l’accendersi una sigaretta, piccoli gesti normali mostrati con semplicità nel più intimo e profondo esplicarsi. “Butterfly Smile” fa citare dal compagno di Meng Xing una piccola pillola riguardante le aspirazioni della nuova Cina: “ Usare il computer, parlare inglese, guidare l’auto sono le tre cose necessarie per entrare nel nuovo mondo.”

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