A Chinese Ghost Story: The Tsui Hark Animation

A Chinese Ghost Story è un considerevole risultato, il frutto di quattro anni di lavoro della hongkonghese Film Workshop di Tsui Hark, che ha infuso nel risultato molti dei marchi di fabbrica cinematografici di Tsui Hark, alcuni tocchi di umorismo tipicamente cantonese e uno stile fanciullesco e naïf che gli anime giapponesi semplicemente non posseggono.

A Chinese Ghost Story: The Tsui Hark Animation
di Andrew Chan (1997)


Durata:83′
Origine: Hong Kong
Produttore:Tsui Hark
Produttori esecutivi:
Meileen Choo, Charles Heung, Tsuneo Leo Sato, Nansun Shi
Soggetto: tratto dalla novella di Songling Pu
Sceneggiatura:
Tsui Hark

Voci della versione mandarina

Sylvia Chang, Ronald Cheng, Sammo Hung Kam-Bo, Lichun Lee, Ta-yu Lo, Tommy So, Yonfan, Nicky Wu, Linda Wong, Rene Liu, Tsui Hark

Voci della versione cantonese
Ronald Cheng, Jordan Chan, Kelly Chen, Eric Kot, Vivian Lai, Jan Lamb, Rene Liu, Tsui Hark, James Wong, Raymond Wong, Charlie Yeung, Anita Yuen
Montaggio: Tsui Hark
Musiche Originali: Ricky Ho

Suoni: Vic Kaspar, Paul Pirola
Canzoni: Don Brown con “Tian Hei Hei Ren Shen Shen”, Tanya Hancheroff con “Evening Fly” ending, “Kiss The Peach Bloosom” and “Song of Madame”, Scott McNeil con “Demon Of The Black Mountain”

La trama non ha relazione con la famosa trilogia fantasy di arti marziali Storia di fantasmi cinesi prodotta da Tsui fra il 1987 e il ’91, anche se l’universo in cui si muovono i personaggi è la stessa mescolanza di mortali, super-dei e spiriti fastidiosi.

Qui il protagonista è un giovane esattore di debiti, Ning, che viene piantato dalla sua fidanzata Siu-lan e parte col suo cane Oro Massiccio verso una serie di avventure. Per strada incontra la bella Shine [Lucentezza], che è al servizio di Madama Albero, e i due cercano di salire sul Treno della Reincarnazione in modo che Shine possa rinascere.

La trama contiene una quantità di personaggi selvaggi e pittoreschi e di un incessante flusso di azione che ricorda molti fantasy di Tsui, come Zu, Warriors from the Magic Mountain; l’ironia sta nel fatto che le scene d’azione sono più chiare e più facili da seguire, senza traccia del montaggio ultrarapido dei suoi soliti film.

Altre somiglianze includono il fascino che Tsui prova verso i manufatti meccanici fin de siècle, qui inventivamente mostrato nel Treno della Reincarnazione, e la sua passione di mescolare i periodi storici (un esempio rimarchevole: i telefoni cellulari).

Le star Anita Yuen, Charlie Young e Jordan Chan sono fra coloro che hanno dato voce ai personaggi nella versione cantonese, però è il delizioso cane di Ning a rubare la scena sul piano comico.

L’animazione è discretamente fluida, il colore è vivido, e gli sfondi hanno una delicatezza che ricorda i paesaggi della pittura cinese, anche se in una maniera accessibile e non intellettualistica. Derek Elley, Variety, 22 dicembre 1997

Derek Elley

Si ringrazia per la collaborazione il Far East Film Festival

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