Cosa sta accadendo agli insegnanti e ai professori in Cina ?

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Professori in Cina – Omicidi, nudismo ed alcol …

24 ottobre 2006 – Negli ultimi trenta giorni ad animare, scandalizzare lettori e ad essere sotto accusa sono gli insegnati cinesi, categoria che forma le menti ma come in moltissimi stati del mondo, Italia compresa, sempre sotto pagata.

La serie di notizie ha l’incipit intorno al 25 settembre con una notizia del folle omicidio della povera Zhang Yaoying, avvenuto il 20 ad Yongzhou nella provincia dello Hunan nel centro sud della Cina. Il ventinovenne Li Hengyi, insegnante di storia, ha percosso violentemente (sbattuto la testa contro il banco, saltato addosso, calpestato, estratto, da una tasca una spranga d’accaio, per bastonare) successivamente ha gettato dalla finestra del quarto piano l’alunna undicenne. La ragazzina in un lago di sangue è stata trovata al suolo morta e l’insegnante è stato subito arrestato. Terribile notizia, se poi ci si mette nei panni della studentessa o della classe di bambini che ha visto consumarsi davanti ai propri occhi l’atroce scena, o in quella dei genitori, l’immagine crea terrore e fa raggelare il sangue.

Ma, dopo aver dato una notizia così atroce, non si può solo riportare “Non si conoscono i motivi del folle gesto” e poi smettere di cercare informazioni a riguardo, per dare ai lettori una panoramica più chiara del caso, e troncarlo così. Non è una giustificazione del gesto, anzi, ma sapere che l’insegnante è stato visitato da commissioni mediche ed è stato diagnosticato malato mentale e per questo non perseguibile penalmente, rende un quadro non completo ma più chiaro della situazione. (Avere una sbarra di ferro in tasca non è comune …) Il ventinovenne è stato confermato come schizofrenico dal centro d’assistenza giudiziaria dell’ospedale neurologico dello Hunan, a confermarlo è un portavoce dell’ufficio di polizia della città.

Li, insegnava nella Middle School n° 12 dal 1998 e dopo la laurea, dai test attitudinali, è risultato un ragazzo asociale. I segni della malattia erano iniziati nel 2001 e per questo motivo era stato sottoposto ad un trattamento medico, deciso dal centro d’assistenza giudiziaria, di due mesi verso la fine del 2003. Un suo compagno di scuola ha aggiunto che un lungo periodo di solitudine e pressioni avevano creato in lui un disordine mentale. Un portavoce spiega che è a causa della schizofrenia, che ha compiuto il terribile ed irrazionale gesto contro Zhang Yaoying e per questo motivo, a causa del suo stato mentale, sarà sottoposto ad un trattamento adeguato in una clinica medica. Il preside, Huang Yonghui, della scuola dove insegnava ha riconosciuto che l’insegnate dava segni di malattia mentale e per questo, la scuola, ha deciso di risarcire i genitori di Zhang versando loro 25 mila dollari.

Di sicuro i soldi non valgono nulla quando si perde un figlio, ma avere anche questo dettaglio, a livello di informazione, può far capire che anche in Cina vi sono delle leggi che tutelano casi di follia o malattia omicida in entrambi i lati:
un malato mentale non deve necessariamente essere messo in carcere, ma può essere recuperato con la terapia; si cerca di dare un risarcimento (ovvio non potrà mai essere equo, come si può … impossibile, c’è qualcuno che può valutare il costo della vita di una persona che si ama e si perde, in una maniera così atroce ??? ) e quindi vi è una legge che tutela gli individui. Che poi non sia sempre applicata, questa è un’altra storia.

Concordo pienamente nel fatto che bisogna dare ogni genere d’informazione sulla Cina, ma se si riporta un caso scottante è importante offrire ulteriori dettagli in modo tale da aiutare ed agevolare il lettore. Non farlo, potrebbe sembrare volerle incanalare in un imbuto per nascondere la voglia di uno scoop.

Il 28 settembre alcuni giornali hanno riportato la notizia dell’assistente professore universitario che durante una lezione d’arte si è spogliato in aula ed ha continuato a spiegare nudo davanti alla classe. Il fatto è accaduto, nella provincia orientale di Jiangsu, nell’Università di Changzhou “Jiangsu Teachers University of Technology” in un corso di un nuovo istituto di ricerca sull’arte e la cultura del corpo umano. Il docente cinquataseienne, Mo Xiaoxin, per “enfatizzare” una lezione sulla Body Art e cercare di ricreare nell’animo degli studenti, pathos, emozioni e far comprendere meglio come è nato questo tipo di comunicazione artistica, alla ricerca di un linguaggio senza tabù o frontiere, si è completamente spogliato. Le fonti italiane riportavano che il suo gesto gli aveva procurato una denuncia del Ministero della Cultura. Ma il China Daily aggiunge anche questo: Tian Junting, un funzionario del Ministero della Cultura, risponde con questa frase ai media “Non ci sono tabù nel campo della ricerca, ma fare un atto del genere direttamente a lezione è ovviamente non appropriato

Alcune fonti italiane riportano “i ragazzi dagli occhi a mandorla non erano preparati e così sono rimasti abbastanza scioccati”.
Forse chi ha tradotto o scritto non conosce i quadri di autori come Sheng Qi o le opere contemporanee di Chen Qun Jie, dove non vi è nessun imbarazzo nel rapportarsi con corpi nudi. Non ha neppure notato che la notizia riporta una foto che chiaramente è stata fatta da uno studente in aula, colpito più che scioccato.

La news non scrive che, la classe, sperimentale (da sei anni ???) composta da 30 studenti ha visto non solo l’assistente docente nudo, ma anche un vecchio. Wang Xiongjun, uno studente di Pechino dice che probabilmente a suscitare ribrezzo o turbamento nella classe è stato il vedere il corpo nudo del vecchio, il “modello” da cui dovevano prendere ispirazione per la lezione d’arte.

Il settore dell’arte cinese ha completamente compreso il gesto del docente.
professori in CinaZhuang Tianming, preside dell’Art Research Institute, sotto il controllo del Nanjing Museum, conferma che insegnare con dei modelli nudi in una classe d’arte è una cosa comune e che capita che delle volte si spoglino anche gli insegnanti.
Il China Daily infatti riporta che è più importante comprendere la motivazione del gesto prima di giudicare l’atto.
Zhuang dice che lo spogliarsi è stato determinante come parte fondamentale della lezione per lo studio degli schizzi e della “bellezza” del corpo fisico, ma che è un peccato che la società cinese non sia sempre abbastanza tollerante con l’uso del nudo.
Secondo Tian Junting, del ministero, insegnare nudo è stato inappropriato poiché l’intento di Mo era concentrato principalmente nella fisicità e umanità, nell’analisi e nella ricerca.
Ma durante un’ intervista online con Sina.com Mo ha negato di essersi spogliato per farsi pubblicità.
Ha ribadito che è stato per una scelta artistica, ha spiegato che in una classe comune, cioè non sperimentale, non avrebbe mai usato una tecnica del genere, poiché il programma in questione dovrebbe essere precedentemente approvato dai supervisori dell’Università.
L’Istituto ha confermato che Mo non avrà alcun tipo di punizione, ma che le sue ricerche di insegnamento necessitano modifiche e con lui troveranno un giusto accordo.

Ieri 23 ottobre, arriva l’altra notizia sempre su casi di insegnanti bizzarri dalla Cina.
Il precettore cinese viene preso in causa per aver obbligato due studentesse a bere una bottiglia di liquore per il loro “rendimento scolastico negativo”.
Lo scorso venerdì, nella provincia nordorientale dello Shaanxi, le due ragazzine sottoposte ad una visita medica ed alcuni esami, dopo aver dichiarato di aver vomitato ed avere senso di vertigine, sono state trovate con tracce di alcol nel corpo. Le studentesse hanno confermato di aver bevuto, in due, un’intera bottiglia di grappa cinese (non viene mai dichiarata da nessuna fonte la capienza … in Cina se ne trovano anche di piccola portata), poiché trovate disattente a lezione. Un compagno, non d’accordo con la punizione risulta essere stato picchiato dallo stesso professore.

Quello che riporta poi la notizia è :

“L’articolo non dice se l’insegnante rischia di essere punito a sua volta. A settembre, un’ insegnante di storia nella Cina centrale ha picchiato una studentessa di 11 anni e l’ha gettata dalla finestra del quarto piano, uccidendola in un gesto rimasto ancora senza spiegazioni. “

Vero, nell’articolo originale non vi sono ancora delucidazioni sul caso, ma il rifermento al caso dell’omicidio non è totalmente esatto. E poi vi sono dei punti da chiarire:

“L’insegnante ha trovato una lettera e un parrucchiere tra le loro cose, così ha deciso di punirle per la poca concentrazione sui loro studi, scrive il Beijing News.” (fonte italiana)

C’è qualche piccolissimo errore di senso …
un parrucchiere ??? una parrucca ???
o forse avevano un arriccia capelli o più comunemente chiamato bigodino ???
Pensando al mondo degli adolescenti è veloce la risposta ma dare informazioni di peso comporta vagliare i sensi … errori di battitura per stanchezza, O.K. … ma di senso mmh…

Istigare qualcuno a fare qualcosa che non vuole è certamente una cosa ignobile, ma è anche ignobile assuefare con alcool nell’età della crescita qualcuno che deve ancora capire ed imparare a decidere.
E’ ovvio che l’accaduto sia grave, ma la sottolineatura dall’Italia non è completamente plausibile.

Se fosse arrivata da un paese anglosassone, come Inghilterra o America, dove vi sono costantemente delle norme molto restrittive sull’età e uso degli alcolici, culturalmente e legalmente sarebbe stato un punto di vista legittimo, ma proprio dall’Italia dove il bere è una tradizione, dove non si nega mai il mignolino al bambino alle feste ( battesimi, matrimoni, sagre etc … ) e dove per anni nel passato e tutt’ora nei paesini di montagna, quando fa più freddo i bambini vengono mandati a scuola imbottiti di grappa (liquore bianco, in cinese è chiamato Baijiu) .

Parenti che hanno insegnato in scuole elementari, mi hanno raccontato di bambini di 6 anni o poco più che arrivavano a scuola totalmente ubriachi e storditi dall’alcol. Entrambe le situazioni sono terribili, ma prima di volgere l’occhio ad oriente, controlliamo quello che bolle in casa.

Il problema diventa nel dare informazioni parziali e non seguire completamente i casi e le storie.
Ma vi immaginate se iniziassero i giornali esteri a scrivere solo quando in Italia accadono casi di infanticidio? Pur citando fatti reali ed accaduti, ma senza entrare realmente nel caso potrebbero creare un problema comunicativo, facendo credere, a chi non vive in Italia o chi non comprende che si trattano di casi al limite, che sia una cosa più che comune nel nostro paese. In Cina ci sono un miliardo e trecento milioni d’abitanti (forse molti di più calcolando i non dichiarati) quindi in proporzione si dovrebbero prendere i casi di tutta l’Europa … … …

Insomma il punto ed il consiglio, leggete con criterio e non fate di tutta un erba un fascio.

di Dominique Musorrafiti

Fonti: Chinadaily – Wu Jiao (China Daily) – Reuters – Sina.com – Xinhua
Foto: China Daily

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