Gli Stati Uniti accusano la Cina di vendere armi di distruzione di massa all’Iran

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16 giugno – Fonte BBC – A pochi giorni dal prossimo incontro fra le 6 nazioni (Cina, USA, Russia, Nord e Sud Corea, Giappone) per risolvere la questione nord coreana, gli Stati Uniti accusano apertamente la Cina di aver passato tecnologie per lo sviluppo di armi nucleari all’Iran in cambio di petrolio. Una commissione americana di controllo sui rapporti commerciali tra Usa e Cina ha rilasciato una dichiarazione nella quale si accusa la Cina di aver supervisionato l’installazione di equipaggiamento per l’arricchimento di uranio in Iran. La Cina avrebbe fatto anche da sponda alla Nord Corea per la vendita di armi e missili, concedendo alla dittatura comunista il diritto di utilizzare porti e ferrovie, e di solcare lo spazio aereo cinese. La smentita da parte del ministero degli esteri cinese, tramite la sua portavoce Zhang Qiyue, è arrivata puntuale: Pechino si dice non a conoscenza di questo rapporto ma che sicuramente i fatti descritti sono irreali e non in linea con l’attuale linea politica di Pechino.
Se l’accusa dovesse essere verificata, questo rapporto potrebbe cambiare drasticamente i rapporti USA – Cina. La Cina, da potente partner economico si sposterebbe in una situazione più ambigua, difatto fiancheggiatrice dei nemici degli americani. Di conseguenza potrebbero scattare sanzioni economiche ed embarghi nei confronti della potenza asiatica.
La Cina avrebbe venduto testate nucleari, chimiche e componenti per la fabbricazione di missili. I motivi di questi scambi sarebbero da ricercarsi nella disperata necessità da parte cinese di accedere a delle fonti energetiche, di cui sono ricchissime molti degli stati ostili agli americani: Iran, Libia, Iraq.
L’accusa d’altro canto è anche molto precisa nella delineazione dei fatti incriminati: l’Iran avrebbe acquistato dalla Cina e da altre potenze straniere materiale per la fabbricazione di armi atomiche; una cinquantina di esperti cinesi avrebbero supervisionato le miniere di uranio a Saghand ed esperti cinesi e nord coreani avrebbero supervisionato l’installazione di equipaggiamento per l’arricchimento di uranio vicino a Isfahan. I cinesi sempre per voce di Zhang Qiyue, fanno sapere che la politica di Pechino è decisamente ostile a qualsiasi tipo di mercato legato alla proliferazione di armi di distruzione di massa, e se qualunque compagnia nazionale dovesse essere scoperta, sarebbe duramente colpita dalla magistratura cinese.

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