Internet libero porta in carcere

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Pechino 29 maggio – Il geologo Jin Haike di 27 anni ed il giornalista Xu Wei di 28, sono stati condannati ieri a 10 anni di carcere, mentre l’ingegnere informatico Yang Zili di 31 anni e lo scrittore freelance Zhang Honghai di 29, se ne sono presi otto ciascuno, il comune denominatore di queste incarcerazioni è internet. Negli ultimi anni, ed in questo periodo più che mai, la Cina ha incarcerato vari scrittori che operavano via Internet per bloccare la dissidenza che comunicano via web. La polizia informatica del governo chiude i siti politicamente scorretti e filtra quelli stranieri. I quattro sono stati accusati di aver messo in rete dei testi critici verso il governo e di aver creato la “New Youth Society”, un forum di discussione dedicato alle riforme democratiche e sociali. Human Rights che ha studiato accuratamente il caso sostiene che non vi sono prove che dimostrino l’intenzione dei quattro uomini di voler effettivamente sabotare il governo. La sentenza, che non è stata motivata dalla corte, è giunta solo 20 mesi dopo il loro arresto, che è stato effettuato al termine di un’inchiesta, dove alcuni poliziotti si sono infiltrati nel gruppo per un brevissimo periodo. Esprimere il proprio punto di vista sembra essere diventato molto sconveniente e forse la frase incriminata di un saggio del gruppo, pubblicato su Internet dal titolo “La democrazia in Cina è una truffa“, sfortunatamente per l’autore si è rivelato veritiero al massimo. La cosa più sconvolgente è che Xu ha dichiarato alla corte di essere stato torturato dalla polizia con scosse elettriche sui genitali. Lo stesso uomo sconvolto dalla privazione totale dei suoi diritti umani di libero pensiero e parola per protesta ha sbattuto la testa sulla scrivania del giudice e poiché privo di sensi, è stato preso da sei agenti che lo hanno portato via.

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